martedì 2 luglio 2013

Val di Fassa Running 2013... uno spettacolo!

E con questo sono sei i giri podistici a tappe della Val di Fassa "portati a casa"!!!

Tutti indimenticabili, tutti vissuti appassionatamente e con tanta intensità, tutti e sei capaci di trasmettermi emozioni forti, indelebili, uniche...

Edizione condizionata dal maltempo quella appena conclusa; già lunedì gli organizzatori si erano visti costretti, causa neve, a rinviare la tappa di Campitello al mercoledì, giornata tradizionalmente dedicata al riposo ed allo svago per i quasi 400 runners che, per l'occasione, invadono l'intera Val di Fassa.

E veniamo alla cronaca... non dal primo giorno di gare, bensì dal tappone finale di venerdì 28 giugno: Moena - Alpe Lusia.

Le previsioni meteo del giovedì pomeriggio non sono incoraggianti: un fronte freddo valicherà le Alpi in serata, porterà piogge abbondanti e, complice una massa d'aria particolarmente fresca, in quota comparirà ancora la neve!

Quindi, ahinoi, ci risiamo... i pronostici si sprecano... c'è chi ipotizza un annullamento del tappone, c'è chi prevede un percorso ridotto con arrivo più in basso, i più fantasiosi ritengono addirittura probabile che, anziché la scalata di 12 km., verrà proposta una veloce  "sgambata" attorno al centro di Moena! Mah...

Per quanto mi riguarda mi auguro solo che le previsioni siano un tantino esagerate e, comunque, confido nel fatto che gli organizzatori faranno tutto il possibile per farci arrivare, come da programma, in cima al Lusia... sono fiducioso!

Nel tardo pomeriggio comincia a piovere... verso sera intensifica... attorno alla mezzanotte, quando mi appresto a mettermi a letto, diluvia! :-(

La mattina successiva, al risveglio, la pioggia è cessata, ma mi basta alzare un poco lo sguardo per rendermi conto che le alture circostanti sono imbiancate... e adesso?

Faccio colazione, mi preparo... arrivato a Pozza, al ritrovo con gli amici, mio fratello si connette ad internet alla ricerca di eventuali comunicazioni e si imbatte in una web cam che mostra un Lusia pieno di neve... ahi ahi...

Ci scambiamo sguardi pensierosi... tra noi cala un certo senso di sconforto...

Arrivati in centro a Moena lo speaker ci comunica che di neve, nella zona di arrivo, ne sono scesi ben 40 di centimetri... tappa inevitabilmente accorciata (anche se il dislivello rimane invariato) e partenza rinviata di un'ora per permettere agli organizzatori di "battere" il sentiero...

Fa molto freddo e attorno a noi le cime dei monti sono nascoste da nuvole sempre più cupe e più basse...

Ci infiliamo in una pasticceria per ingannare l'attesa, finché attorno alle 10 ci ripresentiamo nei pressi della partenza e, dopo aver preparato con molta cura gli indumenti che ritroveremo all'arrivo, diamo inizio al nostro riscaldamento.

Pochi minuti prima delle 10.30 siamo tutti allineati dietro al gonfiabile; qualche battuta in qua e in là con altri concorrenti... quello che conta, oggi, è arrivare lassù, inutile parlare di tempi...

Finalmente si parte...

Lasciamo immediatamente il centro del paese e ci immettiamo sul ripido sentiero prima, e sulla ciclabile poi, che ci porterà verso Someda per arrivare fino all'inizio degli impianti di risalita verso l'Alpe Lusia.

La pendenza non è particolarmente accentuata, ma le gambe fanno male e si muovono con estrema lentezza... un breve tratto in discesa è il preludio alla salita vera e propria che, dopo una secca svolta a sinistra, si presenta, irta, davanti ai nostri occhi.

Avanzo con un certo affanno... la corsa in salita si appesantisce, tant'è che spesso e volentieri mi vedo costretto a procedere camminando... mannaggia!

Dai e dai arrivo finalmente nei pressi della partenza del secondo troncone della funivia... gli alberi si diradano fino a sparire del tutto e dinanzi a me si presenta un paesaggio dai connotati lunari... è tutto bianco e avvolto dalla nebbia!

Supero il ristoro e il traguardo volante; dopo un breve tratto in piano riprende la salita e mi lancio quindi alla conquista della località Le Cune, a quota 2200, dove è posto il traguardo dell'ultima fatica della VdF Running 2013... ancora 3 chilometri!

Salendo, la nebbia si infittisce e il sentiero si fa sempre più colmo di neve: ai lati sono stati tracciati due "sentierini" praticabili per permetterci di correre, al centro un manto di 30 centimetri di neve rende molto difficoltoso passare da un "sentierino" all'altro... in più occorre sottolineare che siamo ad oltre 2.000 metri s.l.m. ed anche la respirazione, forse, ne risente...

Mentre arranco e il passo si fa sempre più incerto, chiedo ad uno spettatore che mi incita quanto manca... a suo avviso rimangono da percorrere solo 800 metri... non mi perdo d'animo e accelero il passo... ancora poche curve e ci sono... il gonfiabile ora è lì, a poche decine di metri davanti a me... lo attraverso e fermo il cronometro. E' fatta!

Un'esperienza eccezionale... fatico a descrivere il senso di euforia che, mescolato alla sofferenza e alla fatica, ho provato nel partecipare ad una tappa così "anomala"... correndo in quel contesto mi sono sentito parte di qualcosa di molto grande... trovo piacere nel correre, ma averlo fatto in condizioni estreme l'ho trovato ancor più meraviglioso e appagante!!! :-)

Ringrazio Francesco Cincelli e tutti i suoi collaboratori per averci regalato anche quest'anno un'edizione memorabile (anche le prime 4 tappe, sulle quali non mi sono soffermato, si sono rivelate tanto impegnative quanto appaganti per lo spirito. Correrle e riuscire a concluderle mi ha trasmesso gioia allo stato puro... mi è bastato tagliare il traguardo per far sì che la fatica si tramutasse in estasi!

Questo, per me, ha rappresentato la Val di Fassa Running 2013!!!

Ho partecipato a questa spedizione montanara in compagnia di Nicola (mio fratello), Flavio e Alberto che ringrazio per la piacevole compagnia!

Alberto, amico e compagno di squadra, ha partecipato per la prima volta alla corsa a tappe della Val di Fassa; ecco, a tal proposito, le sue riflessioni sull'esperienza appena conclusa:

"Fatica, e sì!
Appena arrivato a casa e concluse le 5 tappe di questa strana fine di giugno 2013, che sembra quasi inizio ottobre, tanto è freddo il clima, ho cercato una parola che riassumesse meglio quello che mi ha intimamente toccato di questa bella esperienza trentina e la parola più adatta, e anche la più ricorrente subito prima di Salita, è appunto Fatica (con la F maiuscola).
Ci sono citazioni di Oscar Wilde  per tutte le occasioni, ne ha dette tante, alcune famose altre meno, ho trovato questa, meno famosa, ma adatta a questa occasione:  “è una fatica da cani l'oziare. Ma non protesto contro la fatica purché non miri a uno scopo preciso.”
Condivido questo pensiero, perché è stata una fatica senza scopo preciso, non premiata, non fine a se stessa, non cercata e non voluta. Tra tutte le fatiche la migliore, quella del puro piacere di esserci, di accettare la sfida con se stessi e la montagna, di andare oltre i propri limiti mentali e fisici, per la voglia di immergere i propri pensieri in un ambiente incontaminato e unico e alla fine rendere l’ozio del dopo corsa nella vasca idromassaggio dell’albergo un piacere profondo. La valle trentina elargisce un ampio riposo; ti coccola con polenta e capriolo, con birre Wiesse di spessore e gusto rotondi e allo stesso tempo ti addolcisce con panna ai mirtilli e strepitosi strudel con salsa alla vaniglia. Meritato riposo dunque, ristoratore, in vista di una nuova sfida con la imprevedibilità della natura.
Profondo e a tutto tondo è stato il contatto con la natura e la sua indomabilità. Tempo avverso, freddo e neve ad alta quota che hanno intensificato l’autostima di noi 380 podisti scalatori che abbiamo portato a casa la medaglia di chi chiude l’impresa. Vera impresa è stata, le salite sono più adatte alle capre che ai podisti, così come le discese vanno bene per gli stambecchi e non certo per le scarpette tecniche dalla suola di gomma morbida di noi runners. Non ci hanno nemmeno risparmiato le vesciche ai piedi e tanto hanno aiutano i miracolosi cerottini salvapelle senza i quali sarebbe stato impossibile presentarsi alla tappa del giorno dopo.
Infine organizzazione impeccabile, percorsi ben segnalati, ristori puntuali, assistenza in gara sempre presente e classifiche disponibili appena finita la tappa.
Nello stesso tempo le famiglie si sono divertite moltissimo. L’organizzazione della corsa è stata impeccabile anche sotto questo aspetto, animazione per i bimbi dei partenti per tutto il periodo della corsa e un pomeriggio corsa a premi per i più piccoli con nutella party all’arrivo.
A questo punto passate le 5 tappe sarà che l’abitudine alleggerisce la Fatica, sarà che la memoria è corta, ma penso già a come preparare La VdF Running 2014... ma forse no... lascio ad altri la sfida con se stessi e l’Alpe!!???"

Grazie per il tuo contributo Alberto! ;-)

In discesa verso Penia - Val di Fassa Running 2013 - 1a tappa

A "rotta di collo" verso Soraga - Val di Fassa Running 2013 - 4a tappa

L'ascesa verso il Lusia - 5a tappa

4 commenti:

  1. Bravissimo Teo!
    L'arrivo in mezzo alla nebbia e sopra la neve è stato qualcosa di quasi mistico.
    Organizzazione perfetta, non capico chi alla partenza si lamentava del ritardo di un'ora per la partenza, si sono presi n bella responsabilità ma calcolata e infatti tutto è andato per il meglio. Molto bene anche il pranzo a Valbona. Per il resto,... cambia nome ma non la sostanza, la VdFR è sempre una garanzia!

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    1. Grazie Franchino!
      La sensazione che ho provato nell'arrivare al Lusia è stata proprio quella di aver partecipato ad un evento che definire sensazionale sarebbe forse riduttivo!
      Concordo appieno anche sul fatto che gli organizzatori siano stati bravissimi... il giro a tappe della Val di Fassa (Traslaval con Stefano e VdFR con Francesco) continua ad essere, nel tempo, una certezza!!!

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  2. Anch'io c'ero e anch'io ho voglia di scrivere due righe sulle mie impressioni di questa bellissima esperienza. Per me è la terza edizione portata a casa, ne ho vissute alcune da spettatore e altre da semplice 'giornaliero'. Cosa posso dire, grandi emozioni e tanta fatica, quella fatica che ti purifica l'anima e ti fa venire voglia di rivivere ogni momento con calma, chiudendo gli occhi, ricordando colori, odori e visi che rimarranno chiusi in un cassetto fino all'anno prossimo.

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    1. Mitico Nick!
      le forti emozioni che la VdFR riesce a trasmetterti ripaga ampiamente della fatica che la durezza delle cinque tappe inevitabilmente comporta...
      Quest'anno, poi, c'è appunto stata la "chicca" finale del tappone in un paesaggio da favola... correre in simili contesti, c'è poco da fare, non ha prezzo!!!

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